Archivi del mese: Aprile 2015

             Sono rimasto sconcertato nel leggere (in ritardo) l’articolo apparso su codesto quotidiano, del 30 marzo scorso, che fa proprie le tesi di Michele Sarfatti, storico della fondazione Cdec, il quale, dopo aver espresso pesanti giudizi su Palatucci, se la cava dicendo di “non aver trovato riscontri storici, scientifici, e documentali sui fatti che lo riguardano (nda, Palatucci) tra il 1938 e il 19454”. E’ troppo comodo formulare delle pesanti accuse per poi dire che non ci sono prove.          Sarfatti e la Indrini, che hanno fatto tanto male all’immagine di Palatucci, dovrebbero avere l’onestà intellettuale di riconoscere che le loro accuse erano infondate e che sono stati tratti in inganno da un noto personaggio, che non perde occasione per screditare la memoria dell’ultimo questore di Fiume. La Indrini, che si ritiene di essere la depositaria di tutte le verità, va oltre sostenendo, senza prove, che “Palatucci, è stato “collaborazionista” e “impiegato della persecuzione”.Queste sono affermazioni da codice penale.

 Per gli storici del Cdec non contano nella le decine di testimonianze di ebrei che dicono di essere stati salvati da Palatucci, prima e durante la Repubblica di Salò. Vi sono diverse testimonianze di ebrei salvati di cui c’è traccia negli archivi delle Questure e dei comuni italiani. Voglio fare un esempio: presso la Questura di Modena ed i comuni del modenese di Mirandola, Sestola e Zocca c’è traccia del passaggio, nel 1941, dei coniugi Confory, che hanno ripetutamente dichiarato di essere stati salvati da Palatucci. A quanto pare non si attribuisce nessun valore neppure il rapporto dell’agente dell’Ozna di Tito.

             La Indrini,  continua nelle sue infamanti ed infondate accuse sostenendo che “Palatucci, in qualità di funzionario di Polizia, ha coadiuvato la persecuzione antiebraica (…) nel periodo della Repubblica Sociale”, aggiungendo che “sulla soglia della disfatta dell’Assse, Palatucci, come i suoli superiori, abbia cercato contatti con gli alleati o abbia espresso simpatia per gli ebrei”. Anche questa accusa non risponde assolutamente al vero perché l’attività di Palatucci iniziò con l’approvazione delle leggi razziali e proseguì sino al suo arresto. La Indrini sbaglia ancora nell’associare Palatucci ai suoi superiori perché gli intenti erano assolutamente diversi. In merito, voglio ricordare che il prefetto di Fiume,il famigerato Temistocle Testa, fascista fanatico e accanito persecutore degli ebrei, dopo l’8 settembre aderì alla R.S.I. divenendo il più stretto collaboratore del colonnello delle SS Eugen Dolmann. Palatucci,che aderì alla R.S.I, per continuare la sua opera, invece, verrà internato nel campo di concentramento di Dachau, dove troverà la morte il 1° febbraio 1945. Nessuno si è mai chiesto che se Palatucci voleva continuare nella sua opera di salvataggio doveva essere un buon funzionario di giorno ed un “traditore” di notte.

 Voglio ricordare, infine, alla Indrini ed a Sarfatti che sono stati gli ebrei a scoprire Palatucci e non certo le autorità italiane, che lo avevano totalmente dimenticato. Infatti, solo il 12 settembre 1990, Palatucci, dietro le sollecitazioni dei numerosi salvati, venne proclamato “Giusto fra le Nazioni”. I riconoscimenti italiani sono successivi. Vorrei anche ricordare che le autorità ebraiche italiane continuano ad onorare Palatucci. Anche in occasione delle cerimonie   per il 70° anniversario della morte di Palatucci (10febbreio 2015) sono intervenuti Riccardo De segni, rabbino capo di Roma e la signora Gioia Pacifici, vedova del dottor Emanuele Pacifici, che ha curato l’iscrizione di Palatucci allo Yad Vashem, per dimostrare l’affetto degli ebrei verso Palatuci.

 

Roma, 21 aprile 2015                                                                                              

                                                                                                         Rolando Balugani

                                                                                             Presidente Fondazione Palatucci